Quando si parla di SEO, la mente corre subito a Google. Ed è naturale: per anni è stato il punto di riferimento assoluto per chiunque volesse essere trovato online. Ma oggi le regole del gioco stanno cambiando, e con loro anche le mappe della visibilità digitale. Sempre più spesso, le persone non cercano solo su Google. Cercano su TikTok, su Amazon, su YouTube, su LinkedIn. E, sempre più frequentemente, chiedono direttamente a un'intelligenza artificiale come ChatGPT o Perplexity di aiutarli a trovare risposte, consigli, prodotti e servizi.
I nuovi motori di ricerca generativi stanno trasformando profondamente il modo in cui ci informiamo, scopriamo brand e prendiamo decisioni di acquisto. L’AI non si limita a restituire una lista di link: interpreta la richiesta, seleziona i contenuti più pertinenti e li sintetizza in una risposta. Questo significa che un’azienda può diventare visibile – o invisibile – a seconda della qualità e della struttura dei propri contenuti online. Per essere citati da un’intelligenza artificiale serve un mix preciso di autorevolezza, chiarezza e rilevanza semantica. Non è solo questione di keyword, ma di contesto, fonti affidabili e presenza diffusa su più canali.
A fianco delle AI, anche altri ecosistemi digitali stanno assumendo il ruolo di veri e propri motori di ricerca. Su TikTok, ad esempio, milioni di persone cercano ogni giorno ristoranti, prodotti beauty, consigli di viaggio o idee regalo. Fare SEO qui significa capire come funziona l’algoritmo, come usare le parole chiave nelle caption, nei sottotitoli, nei testi dei video. Significa saper cavalcare i trend, rispondere a domande frequenti in modo creativo, comparire tra i risultati quando un utente digita qualcosa nella barra di ricerca interna. E su Amazon? Ancora più chiaro: ogni prodotto ha la sua pagina, ogni keyword può determinare vendite (o flop), ogni recensione può influenzare la visibilità. Anche qui, farsi trovare significa ottimizzare testi, immagini, schede tecniche, ma anche conoscere le logiche pubblicitarie del marketplace.
Tutto questo non significa abbandonare Google, ma estendere lo sguardo. Pensare in modo più ampio al concetto di “ricerca”, ragionare in ottica omnicanale, creare contenuti in grado di emergere su piattaforme diverse, ognuna con le sue regole e i suoi linguaggi.
La nuova SEO è una questione di presenza strategica: esserci nel posto giusto, nel momento giusto, con il contenuto giusto. È un lavoro che richiede visione, competenze tecniche, ma anche creatività e capacità di adattamento. È quello che facciamo ogni giorno in Zeep!, costruendo strategie su misura per aiutare le aziende a diventare rilevanti nei nuovi ecosistemi digitali.
Perché oggi farsi trovare significa anche – e soprattutto – sapere dove ti stanno cercando.
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