Oggi i consumatori non si aspettano che i brand vendano solo prodotti o servizi, ma che incarnino valori, raccontino storie autentiche e rappresentino la realtà in tutte le sue sfaccettature.

Non è certo un caso, infatti, che il 70% della Gen Z si fidi maggiormente dei brand che adottano un approccio inclusivo nella comunicazione, come evidenziato dallo studio “The Psychology of Inclusion and the Effects in Advertising” di Microsoft. È interessante notare come il 49% degli intervistati ha dichiarato di aver smesso di acquistare da aziende che non rispettano i valori in cui credono. In altre parole: l’inclusività non è solo una questione di etica, ma anche di business.

Ma che cosa significa fare marketing inclusivo? Rappresentare la diversità in tutte le sue forme. Ma attenzione: diversità non è solo genere, etnia o orientamento sessuale. È anche età, background socio-economico, abilità, lingua, corpo, cultura e molto altro. Un brand che vuole essere inclusivo deve costruire messaggi, immagini e prodotti che parlino a tutti, senza stereotipi né esclusioni.

Questo però crea una sfida: il marketing tradizionale si basa sulla definizione delle buyer personas, segmentando il pubblico in categorie precise. Ma l’inclusione va nella direzione opposta: anziché restringere il focus, lo amplia. Come bilanciare questi due aspetti? La risposta sta nel creare esperienze accessibili, personalizzabili e pensate per un pubblico variegato.

Ad esempio, il design è una delle chiavi per rendere la comunicazione più inclusiva. Ma non si tratta solo di estetica: un e-commerce che permette pagamenti solo con carta di credito esclude chi non ne possiede una. Un’azienda che usa solo il maschile sovraesteso nel linguaggio rischia di non parlare a tutte le persone del suo pubblico. L’inclusività è nei dettagli.

Oggi più che mai, i consumatori premiano le aziende che si schierano, che non hanno paura di abbracciare la diversità e che dimostrano coerenza tra valori e azioni. E se si vuole abbracciare la diversità, bisogna partire dall’interno: coinvolgere team diversi, ascoltare voci autentiche, costruire messaggi che non siano solo “corretti”, ma anche sinceri.

Noi di Zeep! siamo al fianco delle aziende che vogliono trasformare questi principi in azioni concrete, aiutandole a costruire una comunicazione più inclusiva, autentica ed efficace.